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Le nanoplastiche facilitano aggregazioni di una proteina simili a quelle presenti nel cervello di chi è affetto da Parkinson.
Una nanoplastica è una particella plastica che misuri non più di 1 pm (0,001 mm).
Le nanoplastiche sono invisibili agenti ormai entrati a pieno regime nella catena alimentare, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo. Da tempo si sa che queste particelle di plastica sanno oltrepassare la barriera sangue-cervello. Questa è la struttura posta a protezione del nostro organo pensante, arrivando ad entrare nei singoli neuroni.
Un nuovo studio ha osservato un aspetto piuttosto inquientante: promuovono un tipo di aggregazione proteica tipico della malattia di Parkinson.
Studiando nanoplastiche di polistirene, un polimero di plastica impiegato in utensili usa e getta, gli scienziati si sono accorti che queste particelle favorivano la formazione di fibrille di alfa sinucleina simili a quelle nel cervello affetto da Parkinson. L’interazione tra nanoplastiche e proteina è stata osservata in tre diversi modelli sperimentali: semplicemente in provetta, ma anche in colture di neuroni e in topi vivi.
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