Alzheimer: come sfruttare l’imaging 3D

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Con l’imaging multiscala e multitecnica possibile valutare nuove strategie di cura.

Lo studio è volto a valutare gli effetti di una nuova terapia neuroprotettiva sistemica per il trattamento della malattia di Alzheimer. La ricerca è firmata da un team internazionale che raggruppa ricercatori italiani, tedeschi, francesi e spagnoli appartenenti a 12 diversi istituti. Lo studio utilizza tecniche avanzate di imaging 3D per la valutazione dell’architettura neuronale e vascolare della corteccia cerebrale e dell’ippocampo. L’esperimento è stato fatto su popolazioni di topi sani (giovani o senescenti ovvero corrispondenti ai 75 anni circa nell’uomo) e in un modello di Alzheimer. Originato dalla presenza di un gene mutato, trattato o meno con farmaco sperimentale.

L’articolo evidenzia i risultati altamente innovativi ottenuti attraverso la combinazione di tecniche diagnostiche tra loro complementari. In particolare, le analisi con uso della tomografia computerizzata a raggi X. Essa ha, ifatti, permesso di identificare e quantificare la senescenza cellulare e subcellulare e la neurodegenerazione nei diversi modelli utilizzati. Inoltre ha quantificato l’effetto protettivo del farmaco somministrato.

 Le nuove acquisizioni rappresentano una novità per una migliore comprensione della fisiopatologia della malattia di Alzheimer.
La qualità delle visualizzazioni applicate in questo studio dimostra come questo approccio di imaging potrebbe essere utile per testare e valutare nuove strategie neuroprotettive.

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Alzheimer: come sfruttare l’imaging 3D ultima modifica: 2022-09-22T11:46:17+02:00 da Aura