Ictus: i cani aiutano

I proprietari di cani vivono più a lungo e meglio dopo un infarto o un ictus rispetto a quelli che non hanno nella loro vita dei compagni quattrozampe. È quanto emerge da due studi scientifici pubblicati nei giorni scorsi sulla rivista “Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes”: i ricercatori hanno scoperto che la presenza di un cane riduce il rischio di morte per qualsiasi causa del 24 per cento per qualsiasi causa, percentuale che cresce al 33 per cento nel caso di persone colpite da infarto o ictus. 

Uno dei nuovi studi ha incrociato i dati del Swedish National Patient Register, che includeva informazioni su tutti gli svedesi di età compresa tra i 40 e gli 85 anni che avevano avuto un infarto o un ictus tra gennaio 2001 e dicembre 2012, con i dati dei proprietari di cani registrati presso il Kennel Club svedese e i registri dei cani del Board of Agriculture svedese.

Da questi database, i ricercatori hanno raccolto informazioni su 181.696 pazienti che avevano avuto un infarto, il 5,7 per cento dei quali possedeva un cane e 154.617 che avevano avuto un ictus, il 4,8 per cento dei quali aveva un cane.

Dopo aver tenuto conto di fattori quali l’età, altri problemi di salute, lo stato civile, la presenza di bambini in casa e il reddito, i ricercatori hanno scoperto che gli amanti dei quattrozampe hanno un rischio di morire ridotto del 33 per cento dopo essere stati colpiti da un infarto o ictus. Un dato che acquisisce particolare rilevanza considerando che chi vive in compagnia di un’altra persona, ad esempio il coniuge, riduce questo rischio solo del 15 per cento.

Il secondo studio, condotto dall’Università di Toronto, si basa sull’analisi dei dati relativi a 3.8 milioni di persone, già raccolti in 10 precedenti ricerche: considerando le evidenze legate allo stato di salute, alle condizioni socio-economiche, alla qualità della vita e a molti altri fattori, è emerso che chi accudisce cani può avere un rischio di morte ridotto del 24 per cento se si considerano tutte le cause possibili, dato che sale al 31 per cento se si considerano i decessi dovuti unicamente alle malattie cardiovascolari.

I nuovi studi sono «interessanti e provocatori» li ha definiti il dott. Haider Warraich, direttore del programma per l’insufficienza cardiaca presso il Boston VA Healthcare System. «Non penso che questo sia ciò le persone pensano quando adottano un cane – spiega Warraich, che non era coinvolto nella nuova ricerca -. Pensano di farlo per l’animale, non per la propria salute. Ma questi studi suggeriscono che l’adozione di un cane può essere tanto un servizio alla propria salute quanto quello del cane. Ovviamente non è sufficiente che si raccomandi ai pazienti di adottare un cane per ridurre il rischio di morte».

Sul perché la presenza del cane possa dare dei benefici lo spiega il co-autore dello studio Tove Fall, professore di epidemiologia molecolare all’università di Uppsala in Svezia: «Sappiamo che la solitudine e lo stile di vita sedentario sono un importante fattore di rischio per la morte prematura. I cani sono un’ottima motivazione per i loro padroni di uscire e spingerli a camminare e non solo: i proprietari di cani hanno anche una maggiore interazione sociale con altri umani». E anche questo aiuta a vivere meglio.

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Ictus: i cani aiutano ultima modifica: 2019-10-09T10:27:38+02:00 da Aura