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Per la prima volta dall’inizio della pandemia, e dopo i picchi di oltre mille decessi dello scorso gennaio.

Zero morti per COVID-19 sono stati registrati domenica in Inghilterra. E’ la prima volta dall’inizio della pandemia, ma già da diverso tempo i dati sulle morti nel territorio inglese si erano molto abbassati. Ciò grazie alle misure molto rigide di lockdown e soprattutto al successo della campagna vaccinale. Nel paese più del 67 per cento della popolazione sopra i 18 anni ha ricevuto almeno una dose di un vaccino. Il 33,5 per cento ha ricevuto entrambe le dosi.

L’ottimo ritmo delle vaccinazioni sta permettendo all’Inghilterra di rispettare il piano di uscita dal lockdown presentato dal premier Boris Johnson lo scorso febbraio. Esso prevedeva graduali riaperture ogni cinque settimane se la campagna vaccinale avesse rispettato le aspettative sia nei numeri che nell’efficacia.

Attualmente l’Inghilterra è nella seconda delle 4 fasi previste. La terza comincerà il 17 maggio: potranno riaprire pub e ristoranti al chiuso, oltre ai cinema, teatri e musei. Ci si potrà ritrovare all’aperto in gruppi fino a 30 persone, e al chiuso fino a 6 persone. La fase finale del piano dovrebbe cominciare il 21 giugno. In quella data saranno aboliti tutti i limiti sulla quantità di persone nei raduni all’aperto e al chiuso.

Dal 21 giugno dovrebbe tornare una vita molto simile a quella precedente alla pandemia. Se l’efficacia delle vaccinazioni verrà confermata, il governo dovrà solo decidere se mantenere in vigore le regole più generali.

Dall’inizio della pandemia in Inghilterra, dove abitano 55 milioni di persone, i morti registrati sono 112mila. Si sono registrati picchi oltre i mille morti giornalieri durante la seconda ondata, a gennaio di quest’anno.

Nelle statistiche del Regno Unito sulla mortalità per COVID-19 sono prese in considerazione tutte le persone morte entro 28 giorni dalla prima positività al coronavirus. Non vengono, quindi, registrati eventuali decessi che hanno comportato una malattia più lunga).

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