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La capacità di inoculazione dell’Italia è di circa il doppio rispetto alle quantità di siero a disposizione.

I piani in ballo sono tanti: dall’aumento di strutture dove effettuare le inoculazioni, al coinvolgimento delle farmacie all’arrivo di nuovo personale medico. Nonostante gli sforzi, però, la soglia delle somministrazioni non potrà andare oltre le 200mila al giorno anche in questa settimana. Non ci sono abbastanza fiale per correre di più.  

L’Italia è in attesa del siero di Johnson &Johnson e di raggiungere l’obiettivo di 500mila vaccinazioni al giorno. Per ora si tenta risalita con l’arrivo di oltre 333mila dosi di Moderna e i nuovi stock di Pfizer previsti. Mercoledì prossimo ne arriveranno altre 279mila da AstraZeneca.   I numeri dei carichi giunti finora sono però ancora troppo bassi rispetto all’aggiornamento delle cifre di inizio marzo. All’appello mancherebbero almeno 4 milioni di dosi, pur prevedendo l’arrivo di altre 2 milioni entro il prossimo 3 aprile.

Tutto ciò nonostante la capacità di inoculazione nel Paese sia già di circa il doppio rispetto alle quantità di siero a disposizione.   In Gran Bretagna in un solo giorno si fanno circa ottocento mila vaccinazioni, ma si hanno a disposizione massicce quantità del siero di Oxford. Negli Usa, invece, sono state distribuite complessivamente già 124 milioni di dosi.   Ma l’Europa non cambia la sua impostazione: “Non avremo assolutamente bisogno – ha detto il commissario europeo Thierry Breton – del vaccino Sputnik V. I russi hanno grandi difficoltà a produrlo e noi li aiuteremo nel secondo semestre, se ne avranno bisogno”. L’Europa è il continente che produce più vaccini e il ritardo rispetto a Usa e Gran Bretagna, è di tre settimane.

L’arruolamento di personale intanto prosegue. Il ministero della Salute è pronto a far entrare in campo nuove forze, con164.800 medici. 42mila sono quelli di famiglia, 38mila gli specializzandi, 7mila i pediatri, 14.800 gli specialisti ambulatoriali, 63mila gli odontoiatri. Poi ci sono fino a 270mila infermieri.

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