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Il monitoraggio settimanale mostra un rialzo importante dei pazienti ospedalizzati, con alcuni picchi preoccupanti in alcune aree specifiche del nostro Paese.

Che il trend fosse in costante aumento rispetto alla continua discesa degli ultimi mesi lo avevano già mostrato i dati registrati. In particolare, i numeri raccolti evidenziano una crescita generale dei ricoveri in terapia intensiva nell’ultima settimana di novembre, con un +77% rispetto alla precedente rilevazione.

Anche i pazienti presenti nei reparti ordinari sono in aumento in tutta Italia. Se paragonato con la situazione di un mese fa, il report delle aziende sanitarie locali mostra un rialzo dei lungodegenti pari ad un +22,2%. Guardando invece all’età media, si nota una discrepanza tra chi ha ricevuto il vaccino (72 anni) e i cosiddetti no vax (66 anni di media).

Anche a livello geografico, la nuova ondata sta interessando le regioni italiane in maniera assai differente. Sono sei le zone in cui le nuove varianti del coronavirus hanno ripreso a contagiare i cittadini in maniera violenta. Cinque di esse stanno assistendo ad un forte incremento dell’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari. La sesta – ossia il Veneto – è in allerta per quanto riguarda il tasso di incidenza dei casi sul totale della popolazione.

Per quanto riguarda invece le cinque aree che soffrono un sovraffollamento di nuovi positivi nelle cliniche ospedaliere, stiamo parlando di quelle regioni che nell’ultimo periodo hanno visto crescere la percentuale di occupazione degli ospedali oltre la soglia critica del 15%. Nello specifico, ci riferiamo all’Emilia Romagna (15,3%), alla Liguria (20,6%), alle Marche (15,5%), all’Umbria (31,3%) e alla Valle d’Aosta (19,4%).

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