Alzheimer: farmaco sperimentale lo fa regredire

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Sviluppato un farmaco sperimentale capace di far regredire i segni dell’Alzheimer nei topi.

Agisce potenziando la rimozione delle proteine difettose che si accumulano nel cervello. Determina un miglioramento di memoria, ansia, depressione e performance motorie, anche nei casi di malattia avanzata. Il risultato è pubblicato sulla rivista Cell dai ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York. Essi sottolineano come sia ancora presto per ipotizzare simili effetti anche nell’uomo, sebbene ci siano diversi indizi che fanno ben sperare.

Incoraggia il fatto che il calo della pulizia cellulare che contribuisce all’Alzheimer nei topi si verifica anche nelle persone malate. Ciò suggerisce che il nostro farmaco possa funzionare anche negli esseri umani”, afferma Ana Maria Cuervo, tra i coordinatori dello studio. Il meccanismo di pulizia a cui fa riferimento si chiama ‘autofagia chaperone mediata’. Consiste nella rimozione delle proteine difettose da parte di altre proteine spazzine, chiamate ‘chaperone’, che trasportano la ‘spazzatura’ agli inceneritori cellulari, i lisosomi. Per buttare correttamente i rifiuti, questi spazzini molecolari devono agganciare il loro bidone al recettoreposto sulla membrana dei lisosomi.

Il nuovo farmaco sperimentale agisce aumentando il numero dei recettori sui lisosomi. Dopo 4-6 mesi di somministrazione orale, i topi hanno mostrato un miglioramento dei sintomi dell’Alzheimer e una riduzione degli agglomerati di proteine difettose nel cervello. Questo significa che il farmaco potrebbe aiutare a preservare la funzione dei neuroni anche negli stadi avanzati di malattia, conclude l’esperta.

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Alzheimer: farmaco sperimentale lo fa regredire ultima modifica: 2021-04-26T15:36:15+02:00 da Aura